Valeria Benatti ha vissuto un vero e proprio inferno fin dal momento in cui ha incontrato il suo compagno. La violenza a cui è stata sottoposta per diversi anni l’ha spinta a rivolgersi ad un centro antiviolenza che le ha salvato la vita, come ha raccontato nel suo libro Gocce di Veleno (Giunti Editore, 2016). Speaker radiofonica e scrittrice, la donna di origini veronese ha subito la manipolazione di un uomo narcisista in grado di annientare la sua esistenza grazie ad una serie di abusi fisici e mentali. Solo la consapevolezza riuscirà a salvarla da quella prigionia, come racconterà a Matilde D’Errico nella puntata di Amore Criminale del 21 gennaio 2018.
Valeria Benatti racconta la sua storia a Amore Criminale
Autonoma e determinata, Valeria Benatti si innamora perdutamente di un uomo che mostra il suo vero volto solo in seguito. Riuscirà ad uscire da quella relazione solo dopo numerosi tentativi di sottrarsi alle continue manipolazioni del compagno, che sembrano non lasciarle scampo. Con il dubbio di non riuscire a sopravvivere e che il tutto assuma contorni ancora più tragici, la speaker decide di alzare la testa e si rivolge ad un centro antiviolenza per riappropriarsi della sua stessa vita. Un percorso difficile che inizia dalla consapevolezza di quello che sta vivendo, come racconta nel suo libro grazie alla protagonista Claudia.
Valeria ha compreso innanzitutto che l’essere popolare e indipendenti non mette al riparo dagli orchi, da quei Barbablù che incarnano l’ombra di uomini violenti e manipolatori, in grado di prendere il controllo della vita delle donne. Si parla di amore malato, di dinamiche infette e di relazioni che spesso si vivono senza riconoscerne la vera natura. In una sua intervista a Corriere del Veneto, Valeria Benatti sottolinea:
“Se questa storia è successa a me che ho cultura, autonomia e notorietà, può davvero succedere a tutte. Uscirne si può, ma le amiche non bastano. Bisogna rivolgersi agli esperti dei centri antiviolenza: andateci”.
Il nome del mostro che ha cercato di strapparle la vita, di cancellare la sua dignità, non viene mai menzionato nel suo romanzo verità. Una scelta che indica la volontà della protagonista di questa tragedia di voler chiudere le porte a quel passato che le apparterrà per sempre ed al tempo stesso simbolo della sua volontà di non associare l’inferno che l’uomo ha portato con sé ad un unico nome.