Il caso di Sarah Scazzi è conosciuto anche come il delitto di Avetrana, un giallo che inizia il 26 agosto 2010 in una piccola cittadina della Puglia. È qui che vive una quindicenne dai capelli biondi e la pelle color latte, solare e con uno sguardo che punta verso il futuro. La sua scomparsa getta subito nel panico i genitori: la madre è la prima ad effettuare le ricerche con un gruppo di parenti, mentre il padre ed il fratello si precipitano sul posto dal Nord Italia.
Secondo le prime ricostruzioni, Sarah esce di casa attorno alle 14.30 per andare al mare con la cugina ed un’amica ed è in questo tragitto che se ne perde ogni traccia. Fino al ritrovamento macabro del suo corpo, che dà il via ad un tam tam di indagini, confessioni e ritrattazioni e accuse che accendono le luci su Michele Misseri, la moglie Cosima Serrano e la figlia della coppia Sabrina Misseri.
Sommario
La scomparsa
La scomparsa della piccola Sarah avviene in appena 12 minuti. Un arco di tempo che la 15enne impiega per fare quei 600 metri che la dividono dalla casa di famiglia a quella della cugina. È stata quest’ultima ad invitarla al mare quel giorno, con l’amica Mariangela Spagnoletti. Anche se fra le due i rapporti non sono buoni, dal punto di vista di Sabrina Misseri, all’epoca 22enne ed estetista, lo sono agli occhi della cugina. Sarah infatti è molto legata alla ragazza e trascorre molto tempo nella villa degli zii di via Grazia Deledda. Partecipa inoltre alle serate con Sabrina e i suoi amici, fra cui anche un certo Ivano e tutti più grandi di lei.
Quel giorno è Sabrina a lanciare l’allarme: la cuginetta non è ancora arrivata ed inizia a chiamarla sul cellulare, ma senza riuscire a raggiungerla. Questo particolare la porterà a pensare subito che qualcuno possa averle fatto del male, che l’abbiano “certamente rapita“. La risonanza mediatica del caso di Sarah Scazzi è immediata e la stampa si lancia in un’analisi dettagliata della personalità della ragazzina, scandagliando la sua vita privata e sondando fra le sue abitudini. Al centro di numerosi interrogativi il suo diario ed il profilo Facebook, si parla addirittura di un’identità segreta. Si cerca infatti un motivo per cui la 15enne possa aver deciso di fuggire di casa e la si dipinge già come irrequieta ed affascinata dal mondo dello spettacolo, persino oppressa dal rapporto litigioso con la madre. Un quadro che la famiglia Scazzi non accetta ed a cui si oppone, denunciandone la falsità.
Le indagini
La prima pista che gli inquirenti prendono in considerazione per il caso di Sarah Scazzi è quindi quella della fuga. In alternativa si cerca un malintenzionato che possa averla agganciata su Facebook ed infine rapita. Il mese successivo a quello della sua scomparsa viene impiegato nelle ricerche a tappeto della zona circostante a quella dell’abitazione di famiglia, mentre la madre si stringe alla sorella Cosima Serrano ed alla nipote Sabrina Misseri ed interviene a numerosi trasmissioni televisive. Lancia appelli nella speranza che qualcuno la ascolti, prega perché la sua bambina ritorni a casa.
Il ritrovamento del corpo, dal cellulare alla confessione di “zio Michele”
Il caso di Sarah Scazzi inizia a prendere una piega diversa quando i sospetti si concentrano su Ivano Russo, un ragazzo che rientrava negli interessi sentimentali della 15enne e di cui aveva scritto più volte nel suo diario. La pista tuttavia viene abbandonata in un secondo momento, per via dell’alibi confermato dalla madre al giovane cuoco di Avetrana. Il 29 settembre, oltre un mese dopo la scomparsa, gli investigatori localizzano il cellulare della ragazzina in un campo nelle vicinanze della casa di famiglia. Ad indicare la sua posizione è lo zio Michele Misseri, che in quest’occasione sottolinea di sapere come trovare la nipotina. I sospetti degli inquirenti vengono alimentati proprio da questa sua sicurezza, tanto da sottoporlo una settimana più tardi ad un interrogatorio di 9 ore che culmina con la sua confessione. La notizia giunge alle orecchie di Concetta Serrano, la mamma di Sarah, mentre si trova a casa della sorella Cosima ed in diretta tv nel corso di un intervento a Chi l’ha visto.
Le diverse deposizioni di Michele Misseri e l’arresto di Sabrina Misseri
In prima battuta Michele Misseri confessa: ha ucciso la nipote dopo aver cercato di violentarla. Indica anche agli inquirenti il pozzo adibito alla raccolta delle acque nere in cui ha gettato il corpo della ragazzina. Ritratterà tutto nei giorni successivi, ma le sue parole daranno anche modo ai legali di moglie e figlia di scavare nel suo torbido passato. Riferisce infatti di aver fatto diverse volte dei sogni erotici su Sarah, ma è la reazione di Sabrina Misseri a destare ancora una volta numerosi dubbi nelle autorità.
Dopo un iniziale shock, la ragazza non esita infatti a puntare il dito contro il padre e chiede addirittura perché lo abbia fatto. Dalla sua parte la madre Cosima Serrano, che sottolinea anche di provare ribrezzo nei confronti del marito. Si sospetta in questa fase che la cugina abbia ucciso la 15enne durante un litigio, dando modo di far scattare l’arresto. A supportare la tesi è la deposizione di Mariangela Spagnoletti, l’amica che quel giorno ha raggiunto villa Misseri per andare al mare. Agli inquirenti riferirà di aver visto Sabrina stranamente agitata nel non vedere la cuginetta arrivare a destinazione.
Cambiano piste e movente: si indaga sulla gelosia
A questo punto delle indagini, il caso di Sarah Scazzi viene collegato al movente della gelosia. Agli inquirenti infatti non è sfuggito l’interesse amoroso per la vittima nei confronti di Ivano Russo e sospettano che lo stesso ragazzo fosse conteso dalle due cugine. Nelle intercettazioni telefoniche, Sabrina chiede infatti aiuto a Ivano lo stesso giorno della scomparsa di Sarah. Telefonate a cui il cuoco risponde solo dopo diverse sollecitazioni e che inizialmente spingono le autorità a chiedersi quale ruolo possa aver avuto nella tragedia.
Ivano Russo, il ragazzo “conteso” fra le due cugine
Si scava nel passato di tutti e senza riserve, fino a risalire ad un rapporto intimo avvenuto nel 2010 fra Ivano Russo e Sabrina Misseri. Quest’ultima confidava spesso a Sarah quali sentimenti nutrisse nei confronti del cuoco e persino di essere stata rifiutata durante l’intimità: Ivano non voleva che l’amicizia sfociasse in una relazione. In seguito la 15enne avrebbe alimentato delle voci di paese proprio su questo particolare, raccontando quanto accaduto alla cugina e spingendo Ivano Russo a chiudere ogni rapporto con la Misseri nei giorni successivi. La cugina dal suo canto avrebbe iniziato a questo punto a covare un forte rancore nei confronti di Sarah, sfociato in un litigio avvenuto nella sera del 25 agosto. Si tratta del giorno prima della scomparsa della ragazzina e dell’inizio delle indagini sul caso di Sarah Scazzi.
La nuova versione di zio Michele e l’arresto di Cosima Serrano
In tutto questo il caso di Sarah Scazzi regala un ulteriore colpo di scena. Michele Misseri apprende dai rilevamenti autoptici sul corpo della nipote che non vi è stata alcuna violenza sessuale. Decide quindi di ritrattare la confessione data in prima battuta e nega tutto, fino ad attribuire l’omicidio di Avetrana solo alla figlia. Sabrina avrebbe infatti chiamato il padre in seguito alla morte della cugina perché la aiutasse a far sparire il corpo. L’arresto di Cosima Serrano ed il suo coinvolgimento nel caso di Sarah Scazzi avverrà il 26 maggio del 2011. L’accusa è sequestro di persona e concorso in omicidio, dovuti alla presenza del suo cellulare sulla scena del crimine (il garage dei Misseri, ndr) e di conseguenza la prova che la donna aveva mentito nella sua prima deposizione.
La testimonianza del fiorario Giovanni Buccolieri nel caso di Sarah Scazzi
L’accusa contro Sabrina Misseri e Cosima Serrano si fortifica anche grazie alla testimonianza di Giovanni Buccolieri, il fioraio di Avetrana. L’uomo riferisce infatti di aver visto il giorno del delitto madre e figlia intente a strattonare Sarah fino a costringerla a salire in auto. Pochi giorni dopo, lo stesso Buccolieri riferirà agli inquirenti di non essere sicuro della propria versione e di pensare addirittura di averlo solo sognato. Le sue parole tuttavia verranno considerate valide dai giudici del tribunale di primo e secondo grado.
I processi, dalla Corte d’Assise alla Cassazione
Il primo processo per il caso di Sarah Scazzi inizia il 10 gennaio 2012 con l’accusa di omicidio volontario per Sabrina Misseri, concorso in omicidio per Cosima Serrano e soppressione di cadavere per Michele Misseri. Durante il dibattito processuale, riportato da Un giorno in pretura, gli inquirenti interrogano anche Ivano Russo e raccolgono in particolare la sua deposizione sul ritrovamento del corpo di Sarah. Il giovane riferisce infatti che al fianco di Alessio Pisello avrebbe accompagnato Sabrina nel campo che Michele aveva appena indicato agli investigatori perché ritrovassero il cadavere.
Nel dicembre del 2012 durante un’udienza della Corte d’Assise di Taranto, Michele Misseri ritratta nuovamente la propria versione e si accusa del delitto, scagionando figlia e moglie. Il difensore dell’imputato decide quindi di annullare l’incarico e richiede la sospensione del processo. Nell’aprile successivo viene pronunciata la condanna ad ergastolo per Sabrina Misseri e Cosima Serrano. A Michele Misseri vengono invece comminati otto anni per l’accusa di concorso in soppressione di cadavere e sei al fratello Carmine ed il nipote Cosimo Cosma per lo stesso reato. La condanna verrà confermata nel luglio del 2015 in Corte d’Assise presso il tribunale di Taranto: ergastolo per Sabrina Misseri e Cosima Serrano ed otto per Michele Misseri. La sentenza della Cassazione verrà invece pronunciata nel febbraio del 2017, con cui viene ridotta ulteriormente la pena per Carmine Misseri (4 anni e 11 mesi).