Ghiaccio Bollente ritorna su Rai 5 nella seconda serata dell’8 maggio, per raccontare grazie al documentario Bee Gees – In Our Own Time, il mito dei tre fratelli che hanno fatto la storia della musica internazionale. Barry, Robin e Maurice si raccontano attraversando gli anni del loro successo, perun trio australiano nato quasi per caso in radio. Ghiaccio Bollente seguirà i primi passi dei Bee Gees, quando i tre fratelli vivono ancora in Gran Bretagna e si trasferiscono in Australia alla ricerca di fortuna. Per poi ritornare in madre patria e diventare una delle icone mondiali più amate.
Ghiaccio Bollente accende i riflettori sui Bee Gees, incrollabile mito di tre decenni
Barry, Robin e Maurice Gibbs, la nascita di u mito che inizia a metà degli anni Quaranta, quando il primo vede la luce e precede di tre anni l’arrivo dei due gemelli. Tre fratelli di Manchester con un’adolescenza turbolenta, soprattutto per Barry che finirà spesso al centro di disordini che lo porteranno fino ad una condanna. Radio Brisbane consacra i Bee Gees un anno dopo il loro trasferimento in Australia, inizialmente come Brothers Gibb’s e poi B G’s, da cui deriverà il nome che la band adotterà in via definitiva. La prima esibizione risale agli anni Sessanta, tre anni prima del lancio del loro primo singolo intitolato The Battle of The Blue & Grey. Sei anni più tardi li troviamo in cima alla classifica australiana con Spicks and Specks, mentre il primo successo in Inghilterra risale a quel periodo grazie alla canzone New York Mining Disaster 1941.
Nel ’68 il trio musicale raggiunge persino l’Italia con Words, il 45 giri che li premierà con la terza posizione in classifica. Gli anni Sessanta si concludono con l’enorme successo di Odessa ed allo stesso tempo con la decisione di Robin di abbandonare il gruppo. L’artista creerà i due singoli Agosto ottobre e Un milione di anni fa in italiano, registrando il primo album nel ’70 con il titolo Robin’s Reign. Tutti e tre i fratelli però non raggiungono il successo desiderato, tanto che li ritroviamo di nuovo insieme alla fine del decennio con Lonely Days che li riporta sotto i riflettori.
L’esplosione della disco music avrà un’influenza nei lavori successivi dei Bee Gees, grazie alla collaborazione con il produttore Arif Mardin. Sarà quest’ultimo a convincere i tre cantanti a cambiare registro e adottare quel celebre falsetto che li premierà già nel ’77 grazie a Here… At Last… Bee Gees Live. Il loro manager proporrà subito dopo che scrivano la colonna sonora de La febbre del sabato sera, il film diretto da John Badham con protagonista John Travolta. Il successo della pellicola incontrerà quello del brano, che otterrà più di 30 milioni di copie vendute. Saturday Night Fever verrà oscurata solo dalla crescente Back in Black degli AC DC e Thriller di Michael Jackson.
Un successo minacciato solo dalle tragedie
Prima della fine degli anni Settanta, i tre fratelli decideranno di supportare anche la carriera del fratello minore Andy, che morirà nell’88 a soli 30 anni e che conoscerà il successo grazie a brani come I Just Want to Be Your Everything. Continuerà anche la popolarità che i Bee Gees otterranno in Italia, grazie a How Old Are You?, l’album che incideranno nell’83. Sarà però il disco ESP a riportarli nella Top 3 della classifica mondiale. A distanza di due anni dalla morte di Andy, Barry inizia ad avere dei problemi fisici e Maurice finisce nel vortice dell’alcool. I Bee Gees però continuano a mietere successi, entrando a far parte della Rock and Roll Hall of Fame grazie al disco Still Waters.
L’ultimo progetto del trio risale invece al 2001, This Is Where I Came In. Due anni più tardi infatti Maurice muore a causa delle conseguenze di un grave blocco intestinale. Gli altri due fratelli sopravvissuti decideranno di chiudere l’epoca gloriosa dei Bee Gees in sua memoria, ritrovandosi per motivi solidali due anni più tardi ed un ritorno effettivo della band nel 2009. Ancora una volta tuttavia la tragedia si abbatte sui fratelli Gibb, a causa della morte di Robin che avverrà nel 2012. Barry continuerà la sua carriera artistica da solo, ma in costante memoria dei due gemelli.
Fra le testimonianze musicali di Ghiaccio Bollente ricordiamo il documentario sui Queen, l’appuntamento su Bob Marley e il docufilm The Doors, la storia.