Adso da Melk ne Il Nome della Rosa avrà il volto dell’attore Damian Hardung e fa parte dei personaggi inventati da Umberto Eco per il suo personaggio. Esistono però delle analogie evidenti con la storia e con un benedettino in particolare, come rivela lo stesso scrittore nel suo libro. Adso ne Il Nome della Rosa avrà un ruolo principale e non solo per le indagini su quanto sta avvenendo nell’abbazia. Dalla Chiesa a cui si è votato al potere terreno rappresentato dal padre e da cui ha deciso di fuggire.

Adso ne Il Nome della Rosa: realtà e finzione

Adso è giovanissimo quando capisce di non poter seguire la volontà del padre ed entrare nell’esercito dell’Imperatore. Le sue origini sono nobili ed il suo destino segnato, per lo meno in apparenza. Per questo deciderà di fuggire in gran segreto per entrare nell’Ordine dei benedettini. La guerra lo inorridisce e diventare monaco sembra l’unica strada possibile perché il ragazzo riesca a mettere a tacere la sua sete di sapere. Deciderà poi di seguire Guglielmo fino in abbazia e diventerà essenziale perché il francescano riesca a portare avanti la sua missione. Dato che la sua fede è fresca, non ha ancora maturato la capacità di riuscire a frenare le tentazioni. Per questo non riuscirà a voltare le spalle alla ragazza occitana, di cui diventerà amante di nascosto dai monaci dell’abbazia. Quando si renderà conto dell’errore compiuto, chiederà al mentore di confessarlo e deciderà di ritornare sui suoi passi.

Lo stesso Eco nel suo libro associa il nome di Adso a quello dell’omonimo monaco di Montier-en-Der. Entrambi di origini francesi, condividono l’estrazione nobile e l’educazione ricevuta presso un monastero. La traccia futura della miniserie di Rai 1 ci svela che Adso diventerà inoltre letterato, come il suo omonimo. Un ultimo lascito di Guglielmo, che prima di dividersi dal discepolo gli regalerà un paio di occhiali. Al mentore sarà evidente l’abilità del giovane per le lettere, proprio grazie alle indagini in abbazia. In quanto benedettino, Adso continuerà i suoi studi con successo. Nella realtà, il suo omonimo diventerà un esperto di letteratura classica e grazie alla sua chiara visione politica deciderà di scrivere l’Anticristo su incarico della Regina Gerberga.

La biblioteca

Non è un caso se Adso ne Il Nome della Rosa rimarrà affascinato dalla biblioteca e dai numerosi scritti. Anche se il motivo sarà collegato alle indagini di Guglielmo, si tratta forse di un nuovo legame con la figura storica a cui deve il nome. Il reale monaco benedettino infatti possedeva una biblioteca personale ricca di volumi, spesso ricercati. Nella finzione, i libri diventeranno per il giovane novizio quella luce persa durante l’incontro con la giovane del villaggio. Nel Medioevo la scrittura e le conoscenze in generale venivano consegnate agli uomini di Chiesa, come simbolo di Sapienza. Lo stesso vessillo che del resto spingerà Adso a rifiutare la carriera militare a favore di un futuro spirituale.

L’amore per la cultura farà sì che Adso si accosti al monaco Jorge, un monaco cieco che conosce ogni segreto della biblioteca e dell’abbazia in generale. Sarà questa similitudine che permetterà ai due di stringere un forte legame, spingendo Jorge a mostrare al ragazzo il suo animo vulnerabile e più tenero. Questo tipo di relazione non sarebbe stata possibile invece con Malachia, il bibliotecario che custodisce non solo i segreti del monastero, ma anche i propri. Unire Adso al capo della biblioteca avrebbe voluto infatti renderlo debole, tracciare per lui quella strada lastricata di piaceri carnali a cui volterà le spalle. Una sorte del tutto diversa a quella che colpirà i seguaci di Dolcino.

La giovane occitana e l’incubo dell’eresia

Giovane occitana o fanciulla del villaggio: una ragazza seducente e bellissima che Eco colloca all’esterno dell’abbazia. Adso farà la sua conoscenza mentre si aggira nel perimetro esterno alla struttura, in un momento in cui sembra abbandonato dal mentore. Solo con se stesso, verrà sopraffatto dal desiderio e finirà per vivere una storia d’amore con la fanciulla. Come abbiamo visto, il pentimento del novizio gli permetterà di ritornare sulla retta via nel giro di poche ore.

Sarà la confessione al mentore che gli permetterà di salvarsi dall’accusa di eresia agli occhi di Bernardo Gui ed in un certo senso a sfuggire al destino che colpirà invece il maestro. La scelta di inquadrare Adso libero di seguire le proprie volontà si distacca da quanto sarebbe avvenuto all’epoca fra novizio e mentore. Rappresenta forse la volontà di Eco di parlare del libero arbitrio, della facilità nel commettere peccati agli occhi della Chiesa e la capacità dell’essere umano di ravvedersi in un momento successivo.

Il pensiero di Damian Hardung su Adso da Melk

L’interprete di Adso ne Il Nome della Rosa parla in una breve intervista su Raiplay di come sia Guglielmo a spingere il novizio verso il peccato. Il francescano crede infatti che sia necessario comprendere il peccato carnale solo grazie all’esperienza vissuta, in modo da concepirlo e perdonarlo quando saranno gli altri a commetterlo. L’amore in generale guiderà il giovane Adso in lungo ed in largo in questa sua inedita esperienza. Non solo il sentimento per le donne o per il mentore, ma anche quello per Dio e per le sue idee sulla Chiesa.

Conosceremo inoltre un novizio ancora acerbo: anche se si staccherà dal padre, non sarà del tutto indipendente fino a quando la sua strada si dividerà da quella del francescano. Sarà quest’ultimo a dargli le chiavi dell’indipendenza, a renderlo uomo e monaco sotto diversi punti di vista. Lo dimostrerà in una scena in particolare, nel finale di stagione, quando si ritroverà a dover lottare per la libertà della ragazza che ha amato. Adso da Melk ne Il Nome della Rosa chiuderà così il cerchio, combattendo in prima linea per i propri valori.