Matteo Cagnoni dovrà rinunciare ai suoi sogni di libertà. Il dermatologo ha ricevuto infatti risposta negativa dal giudice Antonella Guidomei. Secondo il verdetto, l’imputato per l’omicidio di Giulia Ballestri sarebbe infatti a rischio di fuga.
Nuovo no per Matteo Cagnoni, che in questi mesi di detenzione ha chiesto più volte di accedere alla semilibertà. Il gup Antonella Guidomei ha sottolineato nel suo verdetto che è necessario preservare le ragioni che giustificano la custodia in carcere. Matteo Cagnoni potrebbe infatti fuggire, compiere un nuovo reato oppure inquinare la scena probatoria. La scelta del giudice giunge a breve distanza dal rinvio a giudizio del dermatologo, accusato di omicidio pluriaggravato e di occultamento del corpo di Giulia Ballestri. La donna è stata uccisa lo scorso 16 settembre a bastonate, all’interno di una villa di proprietà di Matteo Cagnoni.
Matteo Cagnoni aveva previsto la scarcerazione
Come sottolinea Il Resto del Carlino, l’imputato sperava in realtà in una risposta positiva. Sembra che fosse anzi quasi certo di un esito a suo favore, dato che aveva preso in affitto un appartamento a Ravenna. La richiesta presentata dai difensori riguardava i domiciliari e l’uso di un braccialetto elettronico. In questo caso, Matteo Cagnoni avrebbe trascorso solo 9 mesi e mezzo in carcere ed avrebbe avuto modo di preparare una strategia difensiva per il processo.
Matteo Cagnoni, delitto premeditato?
In alcuni filmati recenti diffusi dalle autorità, Matteo Cagnoni è stato immortalato mentre cercava di disfarsi di alcuni oggetti. Fra le immagini, si può notare una in cui il dermatologo ha in mano una borsa bianca molto simile a quella che Giulia Ballestri aveva il giorno dell’omicidio. Fra le siepi Cagnoni ha nascosto inoltre la giacca blu che indossava la mattina del 16 settembre, mai ritrovata dagli inquirenti. Secondo l’accusa questi due elementi sarebbero importanti per dimostrare la colpevolezza del dermatologo. In mano agli inquirenti ci sono inoltre altri filmati, fra cui uno in cui si vede l’imputato allontanarsi di nascosto dalla villa degli orrori.